Il Regolamento Europeo 1222/2009, entrato in vigore dal 1 novembre 2012 e riguardante l’etichettatura degli pneumatici, è stato introdotto con l’obiettivo di migliorare la sicurezza durante la guida e l’efficienza energetica e ambientale del trasporto su strada. Il Regolamento prescrive che siano date, attraverso un sistema di classificazione, informazioni comparabili e obiettive circa le prestazioni degli pneumatici riguardo a tre parametri principali (resistenza, aderenza e rumorosità), utili per indirizzare l’automobilista nella scelta dello pneumatico.
Iniziamo approfondendo il primo di questi indicatori, ricordando comunque che la complessità tecnologica e costruttiva degli pneumatici non può essere ricondotta ai soli criteri contemplati dall’etichettatura.
La resistenza al rotolamento
La resistenza può essere interpretata come l’impatto sui consumi di carburante, associato alla resistenza al rotolamento degli pneumatici. La resistenza al rotolamento (o rolling resistance) è una forza che agisce in direzione opposta a quella del moto. A causa del peso del veicolo, il pneumatico si deforma nell’area di contatto con la superficie stradale: questa deformazione induce perdite interne di energia, come accade a una pallina di gomma che cadendo non ritorna mai alla stessa altezza dalla quale è stata lanciata. La resistenza al rotolamento dello pneumatico incide sui consumi di carburante perché, se un pneumatico si deforma, scorre in modo meno fluido, necessitando di una spinta motrice maggiore per procedere a velocità costante: orientativamente una riduzione del 6% della resistenza di rotolamento può abbassare i consumi di carburante dell’1%.
La resistenza al rotolamento di uno pneumatico viene espressa con il coefficiente di resistenza al rotolamento, definito come la forza di rotolamento divisa per il carico dello pneumatico. Il coefficiente viene poi catalogato in 7 classi di efficienza, indicate dalle lettere dell’alfabeto, secondo cui i pneumatici appartenenti alla classe “A” sono i più virtuosi, mentre quelli della classe “G” i meno ecologici. Secondo i test effettuati dall’Unione Europea, il prodotto più scorrevole può far risparmiare fino al 7,5% di carburante rispetto ai pneumatici classificati nell’ultima fascia.
Ricordiamo comunque che la resistenza al rotolamento non costituisce l’unico elemento in grado di incidere sui consumi: l’aerodinamica e il peso del veicolo, la tipologia di motore, il condizionatore, lo stile di guida e le condizioni del traffico, la manutenzione del veicolo e la pressione di gonfiaggio degli pneumatici sono altri elementi che giocano un ruolo determinante.